Descrizione
L'Albero della Sicurezza è un'installazione dedicata alla sensibilizzazione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. L’opera, composta da 34 caschi da lavoro di diversi colori fissati su una rete metallica, simboleggia la drammaticità degli infortuni sul lavoro che continuano a colpire il nostro paese.
Su iniziativa di ANMIL Massa-Carrara, condivisa con entusiasmo dall’Amministrazione comunale, l'installazione posizionata sotto l'atrio di palazzo civico è stata inaugurata nella mattinata di venerdì 13 dicembre dal sindaco e dai rappresentanti provinciali di ANMIL
Il progetto dell'opera è stato realizzato grazie al disegno dell’artista Francesco Sbolzani e donato alla Fondazione ANMIL “Sosteniamoli Subito”.
“Secondo gli ultimi Open Data INAIL, nei primi dieci mesi del 2024 sono stati denunciati 491.439 infortuni sul lavoro, 890 incidenti mortali e 73.922 malattie professionali – spiega Paolo Bruschi, presidente provinciale di ANMIL –. Nella nostra provincia, si contano 2.090 infortuni, 2 mortali e 1.125 denunce di malattie professionali. Questi numeri non rendono appieno la grandezza e la tragicità del fenomeno. L’Albero della Sicurezza vuole richiamare l’attenzione di tutti sull’urgenza di una maggiore prevenzione e di una cultura della sicurezza che parta dalle scuole – continua Bruschi –. È inaccettabile che, nonostante i progressi tecnologici, ogni giorno in Italia si perdano tre o quattro vite sul lavoro. Investire in formazione, controlli e prevenzione è una necessità per arginare questa tragedia civile”.
Anche il sindaco Francesco Persiani sottolinea l’importanza dell’iniziativa: "Lavorare in sicurezza è un diritto fondamentale e una responsabilità collettiva. Il nostro pensiero va alle vittime di Calenzano, alle loro famiglie e ai feriti. Dobbiamo fare di più per prevenire simili tragedie. Come amministrazione, ci impegniamo a promuovere una cultura della prevenzione che coinvolga non solo le istituzioni e le aziende, ma anche le scuole. L’inaugurazione di quest’opera vuole essere un simbolo e un monito per tutti: non possiamo accettare che il lavoro diventi fonte di lutti e sofferenze”.